Trattamento Condropatia Femoro-Tibiale

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

Questo articolo illustra per grandi linee un protocollo riabilitativo  per condropatia femoro-tibiale, sembra dunque opportuno considerare bene le eventuali complicanze e il lavoro d’equipe, dove chirurgo e terapista della riabilitazione collaborano apportando anche modifiche sostanziali se ritenute necessarie.

Gestito quindi  l’edema e superata la fase acuta di 48/72 ore, l’arto viene mantenuto in scarico parziale per 4/6 settimane e la deambulazione è assistita e avviene con l’ausilio di 2 bastoni canadasi, spesso si associa l’utilizzo di una calza elastica come funzione contenitiva.

Il trattamento riabilitativo viene effettuato quotidianamente e le sedute si dividono equamente tra lavoro in acqua ed in palestra al lettino in scarico articolare.

E’ di fondamentale importanza raggiungere come primo obiettivo l’estensione per ottenere una migliore distribuzione del carico durante la marcia, infatti non si ricerca la flessione oltre i 90°, obiettivo perseguibile dopo il raggiungimento dell’estensione.

Si inizia in palestra un programma di esercizi di rinforzo muscolare, sempre in assenza di carico, contro resistenze manuali. L’atleta esegue anche esercizi di facilitazione neuro muscolare e man mano si integrano al programma esercizi con elastici, o con altre resistenze meccaniche.

Successivamente si prediligono esercizi in catena cinetica chiusa limitando agli ultimi gradi di estensione ed intensificando l’escursione articolare con equilibrata gradualità. Si eseguono anche esercizi in isometria in estensione con cura particolare degli ischiocrurali e dei glutei.

In piscina  invece la deambulazione inizia precocemente con un programma a medio tempo di carico progressivo e viene associata ad esercizi propriocettivi contemplando una motricità globale ed uno spontaneo e  fisiologico riequilibrio posturale.

Il carico in palestra viene concesso dal chirurgo dopo le periodiche visite di controllo, si esegue quindi una intensa e progressiva rieducazione al carico ed alla deambulazione finalizzata al graduale abbandono dei bastoni canadesi.

Solo a carico completo ben gestito l’atleta abbandona la piscina definitivamente e comincia ad eseguire in palestra esercitazioni propriocettive su pedane oscillanti, intanto continua il rinforzo muscolare che si pone come obiettivi primari il tono ed il trofismo muscolare dell’arto inferiore in toto, si incrementa dunque il piano di lavoro inserendo esercizi in catena cinetica aperta non appena il tono-trofismo muscolare lo si reputa adeguato.

La macchina isocinetica è un ottimo aiuto soprattutto in presenza di condropatie femoro rotulee, dove il lavoro deve essere inizialmente ristretto agli ultimi gradi di estensione impiegando velocità angolari alte, come per gli esercizi in catena cinetica chiusa  solo in un secondo momento il paziente verrà allenato con estursioni angolari più ampie.

Esercizi di attività dinamiche e torsionali faranno da epilogo al trattamento riabilitativo, questo lavoro è fondamentale per riprendere la gestualità sportiva e per prevenire eventuali recidive. La durata del trattamento copre mediamente un periodo di circa sei mesi, danni lievi evolvono anche in tempi relativamente più brevi, in ogni caso la ripresa delle attività sportive non avviene prima dei sei mesi.

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