La Tecnica P.R.I.C.E. Edema e Limitazione Funzionale

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

Stabilito che la riabilitazione dopo un infortunio va iniziata immediatamente, il terapista deve intervenire con appropriate cure in questa fase, le prime cure medicamentose spesso risultano essere di enorme importanza per la strutturazione e lo svolgimento di un buon progetto riabilitativo o comunque possono avere risvolti negativi sull’andamento dell’intero processo fisioterapico.

Gli infortuni sportivi sono caratterizzati sempre da edema che può essere formato da emorragie, liquido sinoviale, versamento sierico da infiammazione o la combinazione di più elementi, questi generano un aumento pressorio locale da indurre algia. La pressione interna limita anche la funzione articolatoria, ma soprattutto inficia la trasmissione neurologica, inibendo la muscolatura e alterando le percezioni recettoriali.

Generalmente la fase acuta dura 48/72 ore e dato che l’edema costituirà un ostacolo non indifferente alla convalescenza e alla guarigione del paziente, è neccessario seguire la fase di controllo del dolore e dell’edema iniziale. Un tempestivo intervento iniziale influenzerà certamente i tempi di recupero che risulteranno ridotti.

Un metodo efficace in fase acuta immediatamente successiva all’infortunio, risulta essere la tecnica P.R.I.C.E.

La sigla P.R.I.C.E. sta per Protection (Protezione), Relax (Riposo), Ice (Ghiaccio), Compression (Compressione), Elevation (Elevazione), tutte componenti che applicate contemporaneamente tendono alla riduzione dell’algia e dell’edema.

Il concetto di Protezione (Protection) è ampio e va dall’immobilizzazione provvisoria con stecche a utilizzo di tutori e ortesi come bastoni, ginocchiere, etc, a seconda della zona interessata all’infortunio e dal grado di protezione che si vuole ottenere.

Per Riposo (Relax) ci si riferisce ad una limitazione in senso generale delle attività fisiche, questo non significa che l’atleta resta fermo completamente ma che solo la parte lesa osservi un totale riposo. Nonostante sia stato dimostrato che la mobilizzazione sia decisamente più efficace della immobilità completa in termini di cicatrizzazione tissutale, spesso se non graduale la mobilizzazione può trasformarsi in sovraccarico funzionale, questo tutt’altro che benefico potrebbe inficiare gravemente i processi sicatriziali e la rivascolarizzazione tissutale.

Il Ghiaccio (Ice) è il trattamento per eccellenza di tutte le patolgie dell’apparato locomotore. Generalmente le applicazioni di ghiaccio vengono praticate subito dopo l’infortunio al fine di limitare l’emorragia con una vasocostrizione locale ed il dolore legato all’edema. I tempi di applicazione variano in virtù della quantità di grasso sottocutaneo, dalla forma e dimensione del distretto corporeo, dall’entità della lesione, ad ogni modo l’applicazione di questa tecnica va mantenuta fino a che i sintomi dell’infiammazione acuta non sono più evidenti e la possibilità di riacutizzazione appare ben controllata. Durante il trattamento, che dura fino a 72 ore dall’evento traumatico, il paziente avverte una piacevole sensazione di refrigerio generata dal freddo, dopo un po si trasforma in bruciore accompagnato a dolore, per poi divenire un dolce senso di anestesia.

La migliore metodica per un buon controllo dell’edema risulta essere la Compression (Compression), essa attraverso azioni puramente meccaniche compressive, sfruttando una componenete elastica sulle zone limitrofe, si garantisce una stabilità sulla pressione della zona corporea lesa.

L’ultima applicazione, ma non in ordine di importanza, della tecnica P.R.I.C.E. è l’Elevazione (Elevation), elevare l’arto verso l’alto significa annullare la forza di gravità ed il ristagno ematico, anche il sistema linfatico beneficia dell’elevazione, il drenaggio alle stazioni linfatiche viene facilitato, e maggiore sarà l’elevazione dell’arto, meglio ridurrà la dannosa e dolorosa attività pressoria dell’edema.

Quindi riassumendo, per una buona applicazione della tecnica necessiterà osservare alcune componenti importanti, e questo indipendentemente quale sia o come sia la sede da trattare.

a) Si applica un bendaggio compressivo sulla parte lesa, la fasciatura compressiva decorre dalla regione distale a quella prossimale della lesione e si fissa saldamente, si ricorda che la stabilità del bendaggio compressivo permetterà una migliore concentrazione dell’applicazione.

b) Si applica la borsa del ghiaccio per 30 minuti con pause di un ora per la prime 24 ore dall’evento lesivo,  nelle successive 48 ore si consiglia di intensificare le applicazioni riducendo i tempi di pausa, incrementando così il numero delle applicazioni.

c) Si applica l’elevazione per tutte le 72 ore, è importante osservare l’elevazione anche durante la notte.

d) Si applica il riposo totale della parte lesa per 24 dall’evento traumatico lesivo.

 

 

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