La Tecnica Wat-Job in Idrokinesiterapia

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

Si presenta qui una tecnica di riabilitazione innovativa in acqua, con l’uso di sovraccarichi periferici, (tecnica Wat-Job).
Tale tecnica permette il recupero totale e in tempi più brevi rispetto alle tecniche tradizionali, cosa questa di fondamentale importanza per un reinserimento nella attività agonistico-sportiva, senza complicanze muscolo-tendinee o recidive. Tale metodica, è utilizzata per riprendere precocemente le attività dinamiche di atleti professionisti e amatoriali di qualsiasi livello.

Tecnica Wat Job

A tutela di una struttura che ha già subito insulti traumatici e/o chirurgici, necessita ricercare una progressione ideale nel carico ma soprattutto, attività che non danneggino ulteriormente.
Negli ultimi anni, si è aggiunto il concetto di riabilitazione/ricondizionamento, cioè la ricerca di programmi riabilitativi che prevedano, oltre le manovre classiche di terapia cinetica, anche l’introduzione, di particolari movimenti di biomeccanica del gesto atletico che il paziente è uso fare.
La moderna cinesiologia consiglia di ricorrere a tecniche di terapia  in acqua che prevedano, oltre all’uso delle tradizionali metodologie (pinne, corpetti antigravitari, etc.), anche l’uso di tavolette Wat-Job, le quali, con l’applicazione di un carico idrodinamico quantificabile e meglio qualificabile, permettono di impostare un lavoro programmato che accompagna il paziente dalla prima fase di riabilitazione fino alla fase finale di ricondizionamento senza sottoporre l’articolazione o l’arto leso ad un carico eccessivo, quale quello gravitario, ma permettendogli nel contempo di riattivare uno schema neuro-motorio specifico.

Applicazioni pratiche

Il caso pratico, cioè quello del computo della forza necessaria a muovere un arto in acqua dopo che gli sia stata applicata saldamente una lastra piana per aumentarne la resistenza all’avanzamento.
Allo scopo è stato messo a punto un software dedicato con il quale si considerano, oltre a variabili fisse, anche variabili dipendenti, che permettono di calcolare sia il carico che si applica ad ogni movimento per diverse superfici di tavolette, che la progressione del carico stesso aumentando la velocità di esecuzione.

Si può dunque dire che il modello di calcolo presentato presenta sufficiente precisione e fornisce, velocemente e con calcoli relativamente semplici un quadro della dinamica del fenomeno.

Le tavolette utilizzate in questa metodica riabilitativa, sono di materiale plastico, di forma, dimensione diverse, possono essere collocate in diversi distretti articolari e rendere quindi possibile, la precisa definizione del carico cui è sottoposta la catena cinetica muscolare interessata.

Metodo di lavoro in acqua

Nella pratica riabilitatoria si utilizza una tavoletta di materiale di plastico rigida, di forma quadrangolare, fissata con una cinta di velcro.
Il metodo di lavoro con tavolette in acqua dovrà prevedere una logica progressione metodologica:

  1. Dinamometria isometrica (valutazione della forza muscolare).
  2. Scelta del carico da applicare tramite software (quantità, intensità) e quindi delle caratteristiche su cui si baserà il movimento.
  3. Effettuazione del movimento (dopo aver  posto il paziente in vasca nelle condizioni ottimali).

Il paziente durante la riabilitazione in acqua deve assumere una posizione verticale, facendo in modo che si assicuri ad un corrimano o maniglie ai lati della vasca, ciò risulta necessario per le variabili del carico ed il variare della direzione del moto.

 

 

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