Lesione del Tendine Popliteo

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

Il tendine popliteo origina dalla faccia posteriore della tibia, sopra l’inserzione del soleo, si porta in alto lateralmente e in avanti e decorre al di sotto del legamento collaterale laterale per inserirsi davanti a esso sul femore. Questa struttura anatomica raramente viene coinvolta in traumatologia sportiva, la sua principale funzione è quella di iniziare per poi controllare una rotazione interna della tibia rispetto al femore.

Lo stress meccanico  capace di ledere il legamento popliteo è determinato generalmente da un sovraccarico funzionale, per questo motivo  gli atleti più colpiti sono quelli che corrono soprattutto su percorsi in discesa.

Di regola l’atleta comincia con una tendinite che non di rado cronicizza, tendendo alla tendinosi, patologia cronica che affligge i podisti di tutte le categorie. Solitamente dopo periodi relativamente lunghi di stress meccanico il legamento si lesiona con una rottura parziale o totale, anche se ciò capita di rado, in ogni caso quasi sempre è una conseguenza di intermittenti recidive o cronicità della patologia.

La sintomatologia si manifesta con un dolore ben localizzato all’altezza del condilo femorale laterale mentre si effettua una flessione di ginocchio di 20°/30° in carico. Spesso il dolore accompagna la deambulazione o la discesa delle scale, ma si intensifica alla palpazione pressoria e sollecitando la gamba in intrarotazione.

Il trattamento di riabilitazione in una prima fase prevede lo stop delle attività sportive ed il contenimento e la gestione  dell’infiammazione, i primi approcci motori dopo 72 ore si prevedono in idrokinesiterapia, con esercizi deambulatori in acqua alta, si evitano poi durante la vita quotidiana superfici inclinate soprattutto tendenti alla discesa, e nell’arco di due settimane si riporta l’atleta in palestra attraverso un programma svolto in piscina,  di esercizi di carico progressivo con fattori di difficoltà crescenti.

Raggiunta la palestra l’atleta corre ancora su superfici piane e altalena cyclette, step e stretching,  evitando situazioni che generano dolore, durante la convalescenza, alla fine delle attività si consiglia l’uso adeguato di ghiaccio associato alla compressione cone forma preventiva soprattutto per gli atleti cronicizzati.

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email