Osteoporosi

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

L’osteoporosi è una malattia metabolica dell’osso e  rappresenta, il principale fattore di rischio in ortopedia nell’esito delle fratture a carico dell’apparato locomotore dell’anziano. Si manifesta inizialmente con una diminuzione del tono calcico nella massa ossea corticale e trabecolare (osteopenia). Le ossa più  facilmente interessate dalla diminuzione del tono calcico sono le vertebre dorsali e le vertebre lombari, il femore e il polso.

Due persone su tre risultano colpite da questa patologia. Le prime manifestazioni compaiono con le fratture; il dolore alle ossa e alla muscolatura ad esempio è tipico della presenza di fratture che possono avvenire anche al minimo evento traumatico. Il dolore è localizzato alla schiena o al bacino,ma è possibile che si manifesti ovunque sia la sede della frattura ed è di tipo acuto e si aggrava in presenza di sforzi e carico. Con il progredire dell’osteopenia si può verificare un crollo vertebrale, una frattura di polso o una frattura del collo chirurgico del femore, evento frequente nella vita dell’anziano.

Ma non bisogna dimenticare che le fratture possono portare anche ipercifosi dorsale e iperlordosi cervicale, quando l’interessamento è prettamente vertebrale.

La riabilitazione, quindi, si prefigge il miglioramento della qualità di vita del paziente, coinvolgendolo in unprogetto di vita attiva, crea  una vera e propria stimolazione meccanica  dinamica sull’osso allo scopo di ottenere  un effetto di tipo  osteoblastico; in tal modo  si  verificherà un aumento del metabolismo cellulare che si opporrà alla perdita  minerale dell’osso.

C’è da dire che l’inattività detta “sindrome ipocinetica” crea ipossia tissutale secondaria alla sedentarietà, produce osteoclasti e favorisce il  riassorbimento osseo con la formazione  di cavità e conseguente perdita di  tessuto trabecolare,   questo determina una forte predisposizione alle  fratture.

Stimolazione osteogenica

Ma affinchè l’attività riabilitativa abbia una componente  osteogenica e rimodellante, gli stimoli di carico meccanico sull’apparato muscolo- scheletrico dovranno osservare una serie di condizioni.

1) Gli stimoli saranno efficaci soltanto se supereranno la soglia minima di sollecitazione.

Gli esercizi praticati dovranno avere un riferimento con l’attuale capacità motoria del paziente, questi saranno tesi al rinforzo attraverso l’incremento del numero di ripetizioni, e attraverso l’aumento del gradiente di difficoltà.

2) Gli stimoli dovranno contemplare sempre una motricità globale per una corretta distribuzione dei carichi articolari.

Affinchè l’esercizio terapeutico abbia efficacia, la scelta ricade sempre su esercizi che stimolano la globalità (non il segmento), e la gestualità armonica, saranno i meglio adeguati dato il coinvolgimento di tutte le catene cinetiche muscolari.

3) Gli stimoli dovranno osservare una metodicità nell’applicazione ed una continuità nel tempo.

Sembra evidente che i tempi saranno mediamente lunghi ai fini di un risultato palpabile, quindi la continuità degli stimoli è necessaria all’efficacia del trattamento, si osserverà comunque un metodo con un adeguato crescendo di stimoli proposti.

Spesso i pazienti vengono raggruppati e sviluppano veri e propri gruppi di lavoro, questi osservano scrupolosamente i protocolli proposti, e non di frequente diviene uno “stile di vita”, i protocolli elaborati forniscono al paziente la quantità necessaria di stimoli, ai quali si adeguano in corso di trattamento.

Riabilitazione

Di buona norma un buon programma riabilitativo prende in considerazione tutti gli strumenti di cui dispone la fisioterapia, compresa l’idrokinesiterapia laddove le limitazioni funzionali rendono quasi inabile il paziente, come anche la terapia strumentale che favorisce l’osteogenesi, quindi, data la molteplicità di ambienti e di strumenti a disposizione, si possono elaborare diverse combinazioni di stimoli attraverso l’alternanza dei vari elementi. In ogni caso i protocolli conterranno una serie di esercizi che di norma varieranno da paziente a paziente in virtù delle loro abilità motorie. Sotto elencati gli esercizi da prendere in considerazione per un corretto programma di riabilitazione del paziente osteoporotico:

  1. Esercizi di motricità globale in acqua
  2. Esercizi di equilibrio e  propriocezione
  3. Esercizi di coordinazione motoria
  4. Esercizi di potenziamento
  5. Esercizi di rieducazione  posturale
  6. Esercizi di stabilizzazione sulla palla svizzera
  7. Esercizi di stretching statico – dinamico   – PNF
  8. Esercizi di rilassamento generale
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