Patologie Tendinee

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

Al termine tendinite si è sempre associato il dolore alle strutture tendinee, senza distinguere, ad una prima analisi, se si tratta specificatamente del tendine, della guaina sinoviale o della borsa adiacente. La tendinite è una patologia associata per la maggiore a un lento processo degenerativo, che aumenta con il passare degli anni, processo fisiologico della perdita di elasticitĂ . Le lesioni da stress delle fibre del tendine sono probabilmente la causa principale e contribuiscono alla fragilitĂ  tendinea che purtroppo spesso precedono la tendinosi, patologia che indica l’avvenuto processo di cronicizzazione.

La degenerazione tendinea è caratterizzata dalla disorganizzazione delle fibre tendinee, fibrille, quindi il collagene perde la sua regolare struttura frammentandosi interrompendo così la continuità tissutale. La degenerazione si presenta con micro-lesioni cicatrizzate miste a disorganizzazione longitudinali del tessuto.

Altre cause che contribuiscono alla degenerazione del tendine sono: l’insufficiente apporto di ossigeno, il quindi ridotto apporto di nutrimento, la cronicitĂ ,  lo sport agonistico praticato che predispone a questo tipo di traumatologia, ma anche l’etĂ  dell’atleta. Il processo degenerativo è conseguente alle ripetute sollecitazioni, allo stress eccessivo che tende a generare sovraccarico funzionale, alla debolezza e alle possibili alterazioni vascolari. Le rotture spontanee hanno però una percentuale altissima, ed è generalmente sempre preceduta da alterazioni patologiche del tendine.

Le patologie tendinee che sono associate a degenerazione e non a infiammazioni di tipo acuto, sono spesso localizzate in zone scarsamente vascolarizzate. Il tendine di achille infatti presenta una scarsa vascolarizzazione a circa 3/4 centimetri dall’inserzione calcaneale. Sembra superfluo precisare che le lesioni localizzate in aree poco vascolarizzate saranno sempre penalizzate in termini di apporto di nutrimento, ossigenazione, e processi di cicatrizzazione, quindi fortemente esposti alle tendinosi.

E’ possibile classificare quattro quadri patologici inerenti la tendinopatia, prendendo in considerazione l’anatomia del tendine. Questa classificazione vuole mettere in evidenza le differenti risposte della struttura tendinea alle sollecitazioni massimali.

1)   Peritenonite (tenosinovite, paratenonite); infiammazione del solo peritenonio.

2)  Peritendinite con tendinosi : infiammazione della guaina tendinea associata a degenerazione intra-tendinea.

3)  Tendinosi : degenerazione del tendine stesso, dovuta a ipotrofia cellulare conseguenza della ridotta vascolarizzazione.

4)   Tendinite: degenerazione del tendine con lesione e risposta infiammatoria con cicatrizzazione tissutale.

L’eziopatogenesi ci riporta negli ambienti degli sportivi, quindi un errato metodo di allenamento, come ad esempio un incremento improvvisi della distanza da percorrere, o cambio radicale dell’attivitĂ  sportiva, sono i principali fattori eziologici nella maggior parte delle patologie tendinee da sovraccarico funzionale o da sollecitazioni massimali. L’aumento della frequenza delle sedute di allenamento e la corsa su pista in curva, terreni duri, etc, possono contribuire decisamente alla tendinite acuta. Annoveriamo ancora altre cause come il tentativo di migliorare la propria prestazione, allenamenti inadeguati, variazioni della frequenza e dell’intensitĂ  delle sedute di allenamento, tentativi di apprendere nuove tecniche.

Si precisa che una alterazione della bio-meccanica come ad esempio un’eccessiva pronazione del piede, può determinare un aumento locale della tensione quindi una elongazione maggiore sulla parte mediale del tendine di achille, predisponendolo al sovraccarico funzionale anzitempo rispetto ad una bio-meccanica corretta .

La terapia riabilitativa segue lo stadio del processo di guarigione tissutale, adeguando trattamenti, tecniche, e metodiche alla evoluzione della convalescenza. La diagnosi è fondamentale e orienta il terapista della riabilitazione nella costruzione di un efficace programma di trattamento. La forza di un tendine è direttamente proporzionale non solo al numero e alla dimensione delle fibre di collagene, ma anche al loro orientamento. Queste fibre rispondono favorevolmente alla tensione e al movimento ed è quindi importante stimolare il piĂą precocemente possibile con movimenti adeguati. Si deve quindi iniziare una mobilizzazione precoce, si prevede nelle fasi iniziali l’utilizzo di un tutore per ridurre il carico sul tendine durante le prime settimane, da rimuovere durante i trattamenti fisioterpici.

Dato che la mobilizzazione deve cominciare precocemente, entro e non oltre le due settimane dal trauma, l’approccio terapeutico ideale sembra essere la piscina con la possibilitĂ  di gestire il carico e orientare il paziente in un riequilibrio posturale spontaneo, fondamentale per gli stimoli di tensione corretti, responsabili principali della cicatrizzazione tissutale attraverso un lento e adeguato modellamento di tipo funzionale.

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un commento