Propriocettività

Con il termine Propriocettività introdotto da Sir Charles Sherrington, si descrivono gli ingressi sensoriali che originano, nel corso di movimenti guidati centralmente, da particolari strutture: i propriocettori. La loro funzione principale è di fornire informazioni di retroazione sui movimenti propri dell’organismo, in altre parole di segnalare, istante per istante, quali siano i movimenti che l’organismo stesso sta compiendo.

I propriocettori sono terminazioni nervose che inviano informazioni al sistema nervoso; gli stimoli sono avvertiti da particolari recettori posti nei muscoli, nei tendini e nelle capsule articolari. Queste terminazioni generano impulsi nervosi che sono trasmessi al midollo spinale e da qui possono rimanere nel midollo spinale stesso, per la determinazione dei riflessi spinali, oppure raggiungere altre zone del midollo spinale o del cervello, per la determinazione di funzioni specifiche.

I propriocettori hanno una funzione importante nel controllo della contrazione dei muscoli scheletrici e attraverso quest’ultima è esplicata la maggior parte delle funzioni fisiche del corpo. Tale controllo è realizzato per mezzo di due tipi di recettori distinti:

1) i fusi neuromuscolari, distribuiti nel corpo muscolare;

2) gli organi tendinei del Golgi posti nei tendini.

I fusi neuro-muscolari

Indicano il riflesso da stiramento: se un muscolo è improvvisamente allungato, la parte mediana del fuso neuro-muscolare è stirata e ciò provoca l’immediato invio di segnali al midollo spinale. Questi segnali eccitano le cellule nervose motrici che controllano le fibre muscolari scheletriche immediatamente circostanti il fuso. Pertanto, l’improvviso stiramento del muscolo determina una contrazione riflessa che si oppone automaticamente allo stiramento. Questa funzione serve a “smorzare” le variazioni di lunghezza del muscolo, cioè ad impedire che la lunghezza del muscolo cambi troppo rapidamente.

Gli organi del Golgi

Indicano il riflesso tendineo, o di stiramento inverso, che rileva l’entità della sua tensione ed invia tale informazione al midollo spinale e da esso al cervello. L’informazione a sua volta è utilizzata nei centri nervosi per aggiustare con precisione la tensione muscolare in rapporto alle necessità funzionali.
Presiedono poi a tale controllo anche i corpuscoli del Ruffini e quelli del Pacini (recettori cinestesici), situati nelle capsule articolari, che informano sul grado d’angolazione delle articolazioni e la velocità con la quale tale grado si modifica.

L’equilibrio posturale

L’equilibrio mantenuto nella postura eretta è un tipico ed importante esempio di come tutti i meccanismi propriocettivi sono coinvolti. L’equilibrio, infatti, si mantiene con lo spostamento ripetuto di masse (segmenti corporei) originate da continue azioni involontarie e coordinate di contrazione e rilassamento della muscolatura, in modo da correggere continuamente la posizione del baricentro, affinché la proiezione di quest’ultimo non esca dall’ “ombra d’appoggio” sul piano.

Per imparare a conoscere come agiscono i meccanismi propriocettivi, è necessario “ascoltare” quello che è trasmesso, sensorialmente, dal piede, che è la regione del nostro corpo in grado di fornire il maggior numero d’informazioni propriocettive, derivanti dai recettori situati nella parte anteriore del tallone, sotto la testa dei metatarsi, sotto l’alluce e nei muscoli lombricali del piede.

Il piede è un complesso sistema in equilibrio; la sua struttura ad archi, conferisce al sistema stesso un continuo stato di “allarme” che può essere percepito prestando attenzione a quello che trasmette il piede in appoggio, quando si assume la posizione eretta, con un arto sollevato e piegato. Si possono così sentire dei continui cambiamenti di pressione, in diversi punti della pianta del piede, accompagnati da oscillazioni dell’arto in appoggio e da tutto il resto del corpo.

Rieducazione recettoriale post-traumatica

In particolare nel recupero delle lesioni del collo del piede e del ginocchio, il metodo di lavoro propriocettivo è indispensabile per ripristinare gli analoghi riflessi, al fine di riattivare tutti i canali informativi interrotti dall’infortunio.
Tutte le esercitazioni per la rieducazione hanno come “base” il piede e devono essere proposte evitando di indossare le scarpe, ciò affinché le sensazioni propriocettive non siano “distorte” dalla calzatura.
Per intensificare ulteriormente l’effetto allenante è possibile eseguire gli esercizi ad occhi chiusi. Non va infatti dimenticato che l’equilibrio è controllato anche dagli esterocettori (vista ed apparato vestibolare), che ricevono le informazioni dal mondo esterno e che assieme alle informazioni propriocettive, danno il quadro esatto del rapporto esistente tra corpo ed ambiente. Tale accorgimento è utilizzato per “disturbare” i sistemi d’informazione dell’equilibrio, costringendo così il soggetto ad essere più sensibile ai canali d’informazione rimasti operanti.

Prevenzione degli infortuni dell’arto inferiore

Gli esercizi propriocettivi devono essere svolti, soprattutto, da tutti quegli atleti che praticano un’attività sportiva nella quale il salto è una componente primaria (pallavolo, pallacanestro, calcio, pallamano ecc.). Nella ricaduta, infatti, quando il piede è appoggiato al suolo dopo una fase più o meno lunga di volo, deve sopportare e contrastare tutte quelle forze che il corpo ha acquistato prima e durante il volo stesso, quindi mantenendo una perfetta stabilità in tutta la fase d’ammortizzazione. In genere quando un atleta compie un salto, e non è contrastato in volo da nessuna forza esterna, può prevedere il punto di caduta avendo una notevole facilità nel controllare, seppur inconsciamente, l’appoggio del piede al suolo. Se, invece, durante il salto, l’atleta riceve un urto, può essere costretto a scomporsi in volo modificando la traiettoria del suo baricentro, cosa che rende incontrollata la ricaduta ed il conseguente appoggio sul terreno.
Per ridurre i rischi d’incidenti, è importante che ogni arto abbia un’attività posturale stabile anche durante le fasi d’ammortizzazione senza che si possano creare scompensi e quindi perdita di controllo motorio.
Lo scopo delle esercitazioni preventive deve essere quello di rendere più rapido ed automatico il controllo della muscolatura in considerazione del fatto che durante il gioco si possono sviluppare azioni imprevedibili e talvolta violente. Gli esercizi propriocettivi di prevenzione, basati sulla progressiva capacità di resistere agli squilibri, danno la possibilità di un appoggio del piede sempre corretto, stimolando la muscolatura in modo da evitare delle contrazioni isolate, sollecitando gruppi o combinazioni di gruppi muscolari. La ripetizione dell’esercizio fa acquistare sicurezza, rapidità e precisione al gesto. Ovviamente, tale forma d’allenamento è particolarmente importante per soggetti predisposti a traumi distorsivi (collo del piede e ginocchio) e come azione preventiva per quelle fasi di gioco in cui la stanchezza fisica compare in maniera rilevante.

Allenamento sportivo

Per le discipline nelle quali è indispensabile un gran senso dell’equilibrio o del controllo assoluto del gesto tecnico (sci, pattinaggio, karatè, judo, ecc.), la sensibilità propriocettiva è una caratteristica essenziale. “L’equilibrio, in realtà, dipende più dalla capacità individuale di recuperarlo quando lo si è perso, piuttosto che dall’abilità a non perderlo”. Esso infatti, non è rappresentato da una situazione definita, ma deriva da un continuo adattamento tonico-posturale-coordinativo.  L’allenamento deve essere basato su esercitazioni che inducono la muscolatura a reagire utilizzando il pieno funzionamento di tutte le aree d’informazione, affinché ci sia una corrispondente ed appropriata risposta motoria alla nuova situazione posturale. Nel caso contrario, quando questo controllo è carente, con una risposta tardiva e/o inesatta, si determina un errore nel gesto da eseguire, che in genere si traduce in una caduta. Il miglioramento dell’equilibrio passa attraverso l’allenamento finalizzato al mantenimento della posizione voluta, unito ad un’elevata capacità di correzione degli sbilanciamenti. Gli esercizi descritti in seguito, tendono a stimolare in maniera crescente i sistemi propriocettivi ed i centri nervosi dai quali dipende la regolazione dell’equilibrio posturale. Si ricorda che è molto importante passare ad un esercizio di difficoltà superiore solo quando quello precedente è stato assimilato.

Gli attrezzi per propriocettività

Gli esercizi di propriocettività possono essere eseguiti con il piede in appoggio al suolo o con l’utilizzo dei seguenti attrezzi:

Tavola oscillante pluridirezionale tonda
Tavoletta di circa 40 cm di diametro, in genere di legno, sotto la quale è fissata una mezza sfera: il grado d’instabilità è inversamente proporzionale al raggio della mezza sfera.
Quest’ultima crea delle condizioni d’instabilità in tutte le direzioni.

Tavola oscillante bidirezionale rettangolare
Tavoletta di circa 40 x 30cm, in genere di legno, sotto la quale è fissato un mezzo cilindro che crea un grado d’instabilità laterale.

Esercizi Propriocettivi

1) Stazione eretta con doppio appoggio Ritti, in doppio appoggio sull’attrezzo, mantenere una posizione d’equilibrio

2) Con singolo appoggio Ritti, in appoggio sull’attrezzo con un solo arto, mantenere una posizione d’equilibrio

3) Palleggi basket* Ritti sull’attrezzo, palleggiare al suolo un pallone (tipo basket)

4) Palleggi volley* Ritti sull’attrezzo, palleggiare verso l’alto un pallone (tipo volley)

5) Lancio al muro* Ritti sull’attrezzo, lanciare un pallone contro il muro (o ad un compagno) e riprenderlo al volo

6) Lancio e palleggio* Ritti sull’attrezzo, lanciare, con una mano, un pallone contro il muro (o ad un compagno) e con l’altra mano palleggiare un altro pallone al suolo

7) Doppio palleggio* Ritti sull’attrezzo, lanciare, con una mano, un pallone contro il pavimento e palleggiare due volte con una mano

8) Palleggio intorno* Ritti sull’attrezzo, palleggiare un pallone attorno all’asse del corpo utilizzando ambedue le mani

9) Doppio lancio al muro alternato* Ritti sull’attrezzo, lanciare contro un muro (o ad un compagno) e riprendere alternativamente due palloni, utilizzando una mano alla volta

10) Deambulazione tra attrezzi Da ritti, in appoggio su un attrezzo, camminare passando da un attrezzo all’altro

11) Deambulazione con doppio palleggio Da ritti, in appoggio su un attrezzo, un pallone in ogni mano, camminare come sopra palleggiando contemporaneamente con ambedue i palloni

12) Salto su attrezzo** Da ritti, in appoggio al suolo, saltare su un attrezzo

13) Salti tra attrezzi** Da ritti, in appoggio su un attrezzo, saltare su un altro attrezzo

14) Salto su attrezzi con ostacolo** Da ritti in appoggio al suolo, saltare da un attrezzo all’altro oltrepassando un ostacolo

*   Inizialmente è consigliabile stare in doppio appoggio e in seguito passare al singolo appoggio .
** Inizialmente è consigliabile eseguire il salto con il doppio appoggio e in seguito eseguirlo con un solo appoggio


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