Protocollo di Idrokinesiterapia post-operatorio riduzione ernia discale

Importante

Il paziente inizia il lavoro in acqua con le ferite in avanzato di cicatrizzazione e senza punti di sutura.

Il lavoro deve essere svolto sempre con le spalle immerse in acqua al fine di goderne l’effetto termico dell’acqua e quindi permettere un rilasciamento neuro-muscolare adeguato.

Indicazioni per un post-operatorio di riduzione ernia discale.

Frequenza: Tre volte la settimana (giorni alterni) per due settimane (seduta individuale) con riduzione a due volte la settimana per le successive due settimane  (individuale), nel corso della quinta e della sesta settimana le sedute in acqua, una a settimana (seduta collettiva) saranno sostituite con  gli esercizi di rinforzo muscolare in palestra.

Ciclo di sedute: dodici/sedici sedute

Posizione assunta dal paziente durante i vari esercizi: verticale, orizzontale prona, orizzontale supina, seduta, in galleggiamento, in apnea

Protocollo

Prima Fase

– Rilassamento muscolare indotto durante la marcia e gli spostamenti in acqua finalizzati all’abbandono delle posture antalgiche;

– In posizione verticale e mani al corrimano, cauta esplorazione delle traiettorie articolari del rachide in toto su tutti i piani con controllo dei compensi;

– In posizione verticale faccia alla parete e mani al corrimano, controllo sequenziale nelle torsioni del tronco;

– In posizione verticale e mano al corrimano, controllo sequenziale nelle abduzioni ed elevazioni anteriori degli arti inferiori senza  galleggiante o altro ausilio;

– In posizione verticale, finalizzare gli esercizi ad una motricità globale utilizzando gli arti superiori per le torsioni e le inclinazioni del tronco;

Seconda Fase

– Riscaldamento muscolare attraverso la marcia e gli spostamenti con incremento della velocità e quindi della resistenza frontale offerta dall’acqua;

– In posizione verticale, incremento delle escursioni articolari su tutti i piani con movimenti lenti e controllati sia con l’assistenza degli arti superiori che inferiori;

– In supino assistito da galleggianti esegue esercizi di flesso estensione del rachide e triplice flessione degli arti inferiori;

– In galleggiamento attivo esercizi di sostentamento con ausilio di ciambella o altro galleggiante;

– In acqua libera  abduzioni ed elevazioni anteriori arti inferiori con galleggiante (offrire sempre una resistenza adeguata);

– In galleggiamento, incremento delle escursioni articolari nell’extrarotazione e intrarotazione, ed elevazione e flessione;

– Attività propriocettiva attraverso la tenuta della posizione seduta su di una tavoletta galleggiante.

– Rinforzo muscolare attraverso del attività di galleggiamento e di cambi posturali, si prevede anche un incremento del numero di ripetizioni e della resistenza offerta,  (da posizione prona a supina e viceversa, attività di rotolamento, passaggi posturali da orizzontale a verticale e viceversa, con o senza galleggianti);

Terza Fase

– In galleggiamento, controllo dei movimenti su tutti i piani articolari;

-Passaggi posturali in galleggiamento da prono a supino e viceversa, rotolamenti;

– Rinforzo della stabilità articolare in catena cinetica chiusa coinvolgendo nella motricità globale del tronco sia gli arti superiori che quelli inferiori;

– Nuotata a stile libero e a rana;

– Esercizi  in apnea;

Cosiderazioni

Questa illustrazione di protocollo è soltanto un’indicazione di massima e come tale va presa.

Troppi parametri dovrebbero essere presi in considerazione per una buona personalizzazione di un programma terapeutico, tutto può subire variazione, dai tempi di applicazione al numero delle sedute, possono cambiare le modalità di approccio e non ultimo la capacità acquatica intrinseca del paziente influisce sul trattamento.

 

Print Friendly, PDF & Email