(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)
La sindrome compartimentale anteriore della gamba genera dolore e la sua causa risiede in parte nello stress da sovraccarico funzionale del muscolo tibiale anteriore, e in parte dall’esito di un impatto diretto sul muscolo stesso o di altri eventi traumatici. Possiamo distinguere due tipi di sindrome compartimentale anteriore, una acuta e l’altra cronica.
Quella acuta è caratterizzata da sovraccarico funzionale, allenamenti troppo intensi, stress con forma fisica imperfetta, e percorsi in salita o comunque non adeguati. Spesso la sintomatologia dolorosa insorge gradualmente fino all’impotenza funzionale determinando lo stop delle attività . Dolore alla palpazione e gonfiore localizzato possono accompagnare i preesistenti sintomi di debolezza e intorpidimento.
Si consiglia l’uso di ghiaccio ed il riposo nelle prime 48/72 ore, la terapia farmacologica prevede antinfiammatori, ed è tesa alla riduzione della pressione compartimentale che se prolungata oltremodo, potrebbe rivelarsi causa primaria di danni permanenti ad altri tessuti del compartimento in questione.
Diversa è la sindrome compartimentale cronica, caratterizzata da atleti che prediligono la marcia incrementando i volumi delle masse muscolari, l’iperftrofia è tale da tendere il sistema fasciale di contenimento, ciò detrmina come conseguenza un notevole aumento della pressione interna del compartimento. Le alterazioni dei flussi arteriosi e dei deflussi venosi riducono lentamente l’efficienza muscolare rendendola impotente.
Dopo un riposo breve in fase acuta, il dolore scompare ma riappare precemente all’inizio delle attività motorie. Questo dato ci lascia intuire quanto un atleta tenda a cronicizzare questa patologia, sia per trattamenti incompleti sia per la precocità della ripresa sportiva.
Il trattamento prevede terapia farmacologica antinfiammatoria, riposo e ghiaccio nelle 48/72 ore, nelle fasi successive stretching statico più volte al giorno, e terapie strumentali termiche come ultrasuoni o radarterapia, la prima ripresa funzionale la si consiglia in piscina con controllo della temperatura e del livello dell’acqua 30° e livello alle ascelle, carichi progressivi ed esercizi di rinforzo muscolare in acqua con l’ausilio di galleggianti, tavolette, elastici, scalino etc. Solo in fase di non dolore, di funzionalita e di carico adeguato, si può passare alle attività più complesse in palestra.
In alcuni casi la chirurgia diventa necessaria, sezionare la fascia lasciando più spazio fisico ai muscoli è la tecnica chirurgica utilizzata per la maggiore, dato che questa categoria di atleti genera un incredibile ipertrofismo del comparto anteriore della gamba, questo tipo di intervento diviene risolutivo nella maggior parte dei casi.