Spondilite Anchilosante

(Curato da Guido De Luca – Fisioterapista)

La spondilite anchilosante colpisce principalmente l’articolazione sacro-iliaca, le articolazioni tra gli archi vertebrali e genera tendenza all’ossificazione del legamento longitudinale anteriore della colonna. Nota come malattia di Bechterew o spondilite pelvica ossificante predilige il sesso maschile nelle fascia di etĂ  compresa tra 20/50, esordisce con dolore cronico poco intenso alla colonna vertebrale nel tratto lombare.

Le prime alterazioni evidenziabili a livello delle articolazioni sacro-iliache con la radiologia tradizionale sono rappresentate dalla sclerosi subcondrale sul versante iliaco. Questi aspetti divengono sempre più marcati con il progredire della malattia fino a configurare lo stadio finale che è costituito dall’anchilosi ossea con continuità strutturale tra i due versanti articolari.

Il coinvolgimento vertebrale di solito segue la comparsa della sacroileite, anche se le alterazioni possono essere contemporanee.
L’aspetto più caratteristico è un’ossificazione del versante periferico dell’anello fibroso che, iniziando in corrispondenza degli spigoli dei corpi vertebrali, successivamente si estende per tutta l’altezza del disco congiungendo a ponte le vertebre contigue coinvolte.

Successivamente, con il progredire della malattia si osserverà un’estensione dei sindesmofiti a tutto il rachide che assumerà il caratteristico aspetto a canna di bambù.

La sintomatologia presenta dolore e rigiditĂ  al risveglio mattutino, ma anche nel sonno notturno, il dolore riportato è di tipo irradiante con un decorso orientato esternamente verso gli arti inferiori passando per l’inguine, si può avere anche l’interessamento di altre articolazioni come ad esempio quella scapolo-omerale con incremento della cifosi diorsale.

Per una diagnosi precoce si utilizza la scintigrafia ossea, anche se un esame radiografico del torace confermerĂ  la diagnosi per la presenza delle ossificazioni del legmento longitudinale anteriore.

Il soggetto in fase acuta cessa le attivitĂ  sportive e riduce i carichi e le attivitĂ  stressanti sulle articolazioni colpite. L’idrokinesiterapia trova una perfetta collocazione nei trattamenti di questa patologia per la possibilitĂ  di ridurre le forze di taglio e i sovraccarichi funzionali.

La globalita dei movimenti permette una elasticizzazione dolce e progressiva delle articolazioni della colonna vertebrale in toto, dove la funzione delle strutture articolari coinvolte come ad esempio spalle e anche, viene armonizzata incrementandone il range articolare.

Il trattamento riabilitativo deve essere precoce come anche il trattamento farmacologico costituito per la maggiore da antinfiammatori, molto spesso il lungo decorso della patologia spinge l’atleta a ridimensionare progressivamente l’attivitĂ  sportiva.

 

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